DI UCCISIONI E PAZIENZA

‘Salve, cerco il titolare’.

‘Il titolare l’ho ucciso. Sa com’è, oggi era proprio una brutta giornata’.

A Terni, alle ore 9.35 del mattino, quando il mio turno part-time è iniziato da poco più di mezz’ora, c’è chi ha fatto colazione con pane spalmato di ironia spicciola.

Io ho risposto ‘ah, ok. Allora non infierisco oltre, ché già avrà i suoi bei sensi di colpa.’

E intanto pensavo a quanto certe volte sarebbe semplice se nelle giornate di m***a l’omicidio fosse legale. Solo per soggetti scelti, eh, quelli gravemente nocivi per l’ecosistema ed il mio equilibrio psicosomatico, tipo i titolari simpatici come questo, che mi sono ancora più simpatici se causa gastrite ai massimi registrati non ho potuto prendere il caffé a colazione ma un pallido thé senza zucchero (però Lipton caramello e vaniglia, mica le chiacchiere!).

Ma il mondo di noi cocopro (che sembra tanto un esemplare animale parente di quell’orribile pulcino pio che grazie al cielo finiva spiaccicato) è pieno di questo genere di simpaticoni-improvvisati-con-battuta-pronta, così originali e degni di nota che è anche per loro che ho deciso di aprire questo blog.

Ormai aspetto la citazione del giorno… che arriva sempre, puntuale, e non delude mai.

Cito il caso di un’amica che, zona Rieti, si è trovata a parlare con il sig. FICCO FELICE. (Non dovremmo ridere per quanto è truce, lo so, eppure volevamo addirittura immortalare la schermata del pc con una foto.) Sig. Felice, se dovesse mai leggermi non ce ne voglia. Siamo delle povere operatrici di call center che devono trovare un senso al proprio turno lavorativo.

E poi, il suo nome è un destino. Che fortuna!